L’ organismo femminile, dalla pubertà fino alla menopausa, va incontro a delle modificazioni, necessarie per assicurare la fertilità, a carico dell’ apparato genitale che si ripetono ciclicamente ogni mese. Tali cambiamenti presentano diversi aspetti: ormonali, funzionali e strutturali. Sotto il controllo dell’ ipofisi, ogni mese le ovaie producono gli ormoni femminili (estrogeni e progesterone) e le cellule uovo (o ovociti), le quali rappresentano le cellule riproduttive femminili. Quando la cellula uovo è matura, si verifica l’ ovulazione. Questa consiste nel rilascio della cellula uovo dall’ ovaio in seguito alla rottura del follicolo (minuscola cavità presente nella struttura dell’ ovaio). A tal punto la cellula uovo intraprende il percorso della tuba, all’ interno della quale, se incontra uno spermatozoo (cellula riproduttiva maschile), può venire fecondata e qualche giorno dopo può impiantarsi nella cavità uterina, dando così inizio ad una gravidanza. Se invece la fecondazione non avviene, l’ ovocita viene espulso e circa 10-14 giorni dopo l’ ovulazione si verifica la mestruazione. Ciò si verifica ciclicamente a cadenza all’ incirca mensile. Ogni mestruazione si verifica a conclusione di un ciclo di attività ovarica. Pertanto la regolarità del ciclo è espressione della regolarità dell’ attività ormonale ovarica.
Menarca (prima comparsa delle mestruazioni)
Nella maggior parte delle donne la prima mestruazione (menarca) si verifica nell’ età compresa tra i 10 e i 16 anni. Quando la prima mestruazione compare prima dei 10 anni si parla di pubertà precoce, mentre quando compare tra i 16 e i 18 anni si parla di ritardo puberale o menarca ritardato. La mancata comparsa della mestruazione oltre i 18 anni di età viene definita amenorrea primaria.
Menopausa (cessazione definitiva delle mestruazioni)
La menopausa, cioè la cessazione definitiva delle mestruazioni, si verifica mediamente intorno ai 50 anni. Quando le mestruazioni cessano prima dei 45 anni si parla di menopausa precoce, mentre quando cessano dopo i 55 anni si parla di menopausa tardiva. Per ulteriori approfondimenti sulla Menopausa consulta le pagine ad essa dedicate su questo sito.
Ciclo mestruale regolare
Per durata del ciclo mestruale si intende l’ intervallo di tempo che intercorre tra il primo giorno di una mestruazione e il primo giorno della mestruazione successiva. La durata del ciclo mestruale può essere variabile. Solitamente si considera normale una periodo cha va dai 25 ai 31 giorni, con una media di 28
giorni. C’ è chi considera con maggiore ampiezza i limiti della normalità, estendendoli in un periodo che va dai 21 ai 36 giorni.
Il ciclo viene suddiviso in due fasi:
• prima fase (fase preovulatoria, o proliferativa, o follicolare, o estrogenica),
• seconda fase (fase postovulatoria, o secretiva, o luteinica o progestinica).
L’ ovulazione è l’ evento che separa le due fasi.
La donna può soggettivamente riconoscere il momento dell’ ovulazione in base ad alcuni segni: presenza di una tipica leucorrea dovuta all’ aumento di produzione del muco cervicale in fase preovulatoria, episodio di dolore al basso ventre (di breve durata e a spontanea risoluzione) dovuto al verificarsi dell’ ovulazione, aumento della temperatura basale (se misurata e registrata su apposita scheda) dovuto all’ azione del progesterone subito dopo l’ ovulazione. Tali segni, utili nel riconoscere il periodo fecondo, sono anche alla base dell’ utilizzo dei cosiddetti metodi naturali di contraccezione. In caso di cicli irregolari o cicli lunghi, mentre la durata della prima fase (preovulatoria) è variabile, la durata della seconda fase (postovulatoria o luteinica) solitamente ha una durata media di 12-16 giorni. Quando la fase postovulatoria o luteinica dura meno di 10-11 giorni, si parla di fase luteinica corta o insufficenza luteinica.
Alterazioni del ciclo mestruale
Quanto descritto finora riguarda le caratteristiche di normalità del ciclo mestruale. Talora però possono verificarsi delle irregolarità del ciclo, le quali non sempre hanno un significato patologico, ma spesso possono essere il risultato di alterazioni dell’ equilibrio ormonale. In altri casi possono essere causate o favorite da alcune patologie a carico dell’ apparato genitale (come ad esempio può succedere in caso di flussi mestruali eccessivamente abbondanti in una donna affetta da fibromatosi uterina).
La descrizione delle irregolarità mestruali comporta necessariamente il dover passare in rassegna un pò di terminologia.
• Amenorrea: completa assenza delle mestruazioni per almeno 3 mesi. Nella vita della donna è fisiologica l’ assenza delle mestruazioni nei seguenti periodi: infanzia, gravidanza e allattamento, menopausa.
Amenorrea primitiva o primaria: quando non vi è ancora stata la prima mestruazione al raggiungimento dei 17 anni di età.
Amenorrea secontaria: scomparsa delle mestruazioni per un periodo superiore ai tre mesi, dopo un periodo di mestruazioni più o meno regolari. Ciò può dipendere da vari problemi: ormonali, psicogeni, patologie genitali o generali (extragenitali), eccessivo dimagrimento (anoressia).
• Polimenorrea: quando le mestruazioni sonno eccessivamente ravvicinate, si verificano cioè con intervallo di tempo inferiore ai 25 giorni (cicli brevi, con flussi ravvicinati). Ciò può comportare, in particolar modo in caso di flussi abbondanti, una condizione di anemia conseguente all’ eccessiva perdita di sangue.
• Oligomenorrea: quando le mestruazioni si verificano ad intervalli di tempo superiori ai 36 giorni (cicli lunghi, con flussi distanziati).
• Ipomenorrea: termine usato per definire flussi mestruali più scarsi della norma, di quantità inferiore a 20 ml.. Solitamente si ritiene che la quantità di sangue perso in una mestruazione normale sia intorno ai 35 ml, anche se ovviamente nella pratica quotidiana risulta difficile da valutare con precisione.
• Ipermenorrea: termine usato per indicare flussi mestruali abbondanti, di quantità superiore a 80 ml..
• Menorragia:perdita di sangue mestruale eccessivamente abbondante, a carattere emorragico, per una durata più lunga rispetto alla mestruazione regolare.
• Metrorragia: perdita di sangue di variabile entità (abbondante o scarsa) che si verifica in maniera indipendente dal periodo mestruale, oppure in un periodo in cui non dovrebbero esservi mestruazioni (gravidanza, postmenopausa o prima della pubertà).
• Menometrorragia: perdita di sangue iniziata con la mestruazione e persistente per più giorni anche dopo il periodo mestruale, solitamente abbondante.
• Dismenorrea: mestruazione particolarmente dolorosa.
Dismenorrea primaria o essenziale: non sono riconoscibili eventuali patologie a cui attribuirne la causa.
Dismenorrea secondaria: mestruazioni dolorose che compaiono successivamente, cioè in donne che in precedenza non avevano mestruazioni dolorose. Spesso sono presenti situazioni infiammatorie o l’ endometriosi.
Spesso alcune di queste irregolarità del ciclo possono essere associate tra di loro. Ad esempio è possibile avere flussi mestruali abbondanti e ravvicinati; in tal caso si parla di iper-polimenorrea.
Tale situazione, qualunque sia la causa, è comunque da non sottovalutare, in quanto comporta nel
tempo una perdita eccessiva di sangue con conseguente anemia.
In presenza di alterazioni del ciclo mestruale o di mestruazioni particolarmente dolorose è bene eseguire degli accertamenti ginecologici utili a ricercare le possibili cause (ad esempio: problemi ormonali, endometriosi, fibromatosi, ecc.) o a correggere gli effetti (ad esempio: dolore, anemia, infertilità, ecc.) delle irregolarità mestruali.
Dal punto di vista diagnostico sono importanti:
• Anamnesi: caratteristiche dei cicli, dolore, gravidanze, altre patologie, ecc.
• Visita generale: peso corporeo, caratteri sessuali secondari, pressione arteriosa, ecc.
• Esami di laboratorio: ormonali (funzionalità ipofisaria, ovarica, tiroidea, ecc) e generali (emocromo, coagulazione, funzionalità epatica e renale, ecc.)
• Visita ginecologica: morfologia degli organi dell’ apparato genitale, ricerca di possibili patologie causa di sanguinamento anomalo (esempio: fibromatosi uterina, polipo cervicale, patologie del collo dell’ utero, ecc.)
• Ecografia: per valutazione della morfologia dell’ apparato genitale e in particolare dell’ aspetto dell’ endometrio (ben valutabile con ecografia transvaginale)
• Isteroscopia: nei casi in cui si ritiene necessaria, l’ isteroscopia risulta preziosa nella valutazione della cavità uterina e dell’ endometrio, potendo per quest’ ultimo fornire la possibilità di eseguire un prelievo bioptico.